8 di 1000
8 di 1000
Musica: nulla.
Immagine: schermo.
Ottava, due mesi.
Eccomi. No, la lista dei libri non l'ho fatta, però vi dico che ho letto Novecento, di Baricco. Bello. Ero al circolo. Bicchiere di vino e libro. Poi i bicchieri sono diventati due e il libro ha cominciato a farsi stranamente meno chiaro. Avevo mangiato molto poco.
Immaginate una strada. Una strada normale, una via, una grande arteria di circolazione. Stiratela all'estremo, rendetela lunga centinaia o migliaia di chilometri. Un rettilineo, neppure una curva, neppure un'incrocio, null'altro che asfalto, quattro corsie di asfalto da un orizzonte all'altro. Adesso salite in macchina e andate. Bene, la vostra strada é diventata semplice, sapete da dove parte e sapete dove arriva. Potreste pensare che quella via é semplice, non dovete pensare, é unica e sola. Facile, andate dritti, neppure una curva. E invece...
Invece, alla fin fine non é proprio così. Tralasciando casi limite tipo testacoda e uscite di strada all'amerikana, in quella realtà semplice già dovete tracciare una rotta, vostro malgrado. Potete passare di corsia in corsia, scalare, accellerare, fermarvi, ripartire, tornare indietro per un pò, scendere a sgranchirvi le gambe in un Autogrill deserto... Potete mettere musica oppure no, caricare autostoppisti, farli scendere, essere rapinati, ricevere regali. Potete investire qualcuno o qualcosa, salvare qualcuno o qualcosa, dimenticare qualcuno o qualcosa, ricordare qualcuno o qualcosa. Diventerà il VOSTRO percorso, e, per quanto sarete trascinati dalla vostra macchina a trazione integrale da una partenza a un'arrivo comuni a tutti, potrete comunque segnare con le vostre gomme un cammino unico, complesso, irripetibile.
Era solo per dire che non ci sto capendo più un cazzo.
Ho parlato con la mia ex. Ho fatto un tuffo in una telenovelas. Se metti una persona in una stanza si annoia, se ne metti due si inventano la coppia e le liti, se ne metti tre prima o poi uno si trova ad avere le corna, se ne metti quattro riusciranno, contro tutte le regole permutative, a ritrovarsi tutti e quattro cornuti. Adesso, tecnicamente non ho mai avuto le corna, ne mai le ho messe, ma, cacchio, mi sento tanto in onda su Rete Quattro! Se guardo oltre la mia vita, ora, vedo una massaia che mi guarda stirando e aspettando la prossima puntata.
Ad avercelo, il copione. Tra l'altro, qui le puntate potrebbero finire da una settimana all'altra. Questa é una serie pilota.
Sfogato, più o meno.
Questa sera si recita a soggetto. Come tutte le sere, hai un canovaccio e cerchi di cavarne qualcosa di bello, o, quantomeno, qualcosa di rappresentabile. Mi ritrovo spesso senza parole, saltando con cautela tra un avverbio e un complemento oggetto, posando con attenzione i piedi sui punti ed evitando le virgole, che sono notoriamente scivolose. Riesco ad esprimere a parole un decimo del decimo di quello che vorrei dire. Però riesco a dire dieci volte tanto quello che non dovrei (o vorrei) dire.
Con le parole faccio casini assurdi. Se a ciò aggiungi il fatto che riuscirei ad essere insicuro anche sulla mia insicurezza...
Risultato: l'eruzione del Krakatoa ha fatto meno danni di quanti ne ho fatti io nelle ultime due settimane.
Ricapitolando: va tutto per il meglio.
Allora, cominciamo con i fatti:
Ho visto un casa, forse la compro. Mutuo e tutto. Ma non voglio che i miei mi facciano da garanti. Se prendo la caramella sbagliata si ritroverebbero nei guai.
Bella, settantacinque metri di cui una trentina soppalcabili. Monolocale con grottino, costo relativamente basso. Un piccolo sogno.
Poi.
Continuo ad avere un bel rapporto con una mia amica. Mi sta vicino e io cerco di starle vicino come meglio posso. Mi chiede spesso scusa per delle inezie. Grrr! Scusa tu, piuttosto, se capiti da queste parti. Sono riuscito a beccare anche te con i lapilli. Quando é saltato il tappo della mia vita è volato in aria di tutto. Sta colpendo tante, troppe persone. Se davvero morendo si rivede la propria vita dovrò fare, prima o poi, il conto dei morti e dei feriti che ho lasciato lungo il mio cammino. Ho un sorriso affilato, sto scoprendo mio malgrado, e temo di avere degli scorpioni nella zuccheriera. Non accettate caramelle da chi conoscete, bambini.
Due: ho conosciuto "Libra", al centro, oggi. No, non é una costellazione. É una ragazza messicana, e non si chiama così. Il suo nome comincia per C e non vi dico come finisce, ma é della bilancia, perciò la voglio "mascherare" così. Studia, Erasmus. Ci esco Mercoledì.
Tre: "Libra" mi interessa.
Quattro: revisione delle fotografie, tutto bene.
Cinque: questo da un diario sta diventando un inquietante incrocio tra un libro di barzellette per esistenzialisti e un ricettario per psichiatri. Vorrei fermarmi ma no sò se posso, per la paura che mi hanno messo addosso ( The Tommyknockers, Stephen King).
Comunque vado a letto curioso di sapere come sarà domani. Da emerito imbecille spero ancora di recuperare parte delle mie facoltà mentali. L'ultima lastra al mio cranio é ancora in studio alla facoltà di Astrofisica perché risulta il punto più vuoto dell'universo.
Va bene, scusate, vado a dormire. Vi lascio piangere in pace, ora. Scusate ancora.
Musica: nulla.
Immagine: schermo.
Ottava, due mesi.
Eccomi. No, la lista dei libri non l'ho fatta, però vi dico che ho letto Novecento, di Baricco. Bello. Ero al circolo. Bicchiere di vino e libro. Poi i bicchieri sono diventati due e il libro ha cominciato a farsi stranamente meno chiaro. Avevo mangiato molto poco.
Immaginate una strada. Una strada normale, una via, una grande arteria di circolazione. Stiratela all'estremo, rendetela lunga centinaia o migliaia di chilometri. Un rettilineo, neppure una curva, neppure un'incrocio, null'altro che asfalto, quattro corsie di asfalto da un orizzonte all'altro. Adesso salite in macchina e andate. Bene, la vostra strada é diventata semplice, sapete da dove parte e sapete dove arriva. Potreste pensare che quella via é semplice, non dovete pensare, é unica e sola. Facile, andate dritti, neppure una curva. E invece...
Invece, alla fin fine non é proprio così. Tralasciando casi limite tipo testacoda e uscite di strada all'amerikana, in quella realtà semplice già dovete tracciare una rotta, vostro malgrado. Potete passare di corsia in corsia, scalare, accellerare, fermarvi, ripartire, tornare indietro per un pò, scendere a sgranchirvi le gambe in un Autogrill deserto... Potete mettere musica oppure no, caricare autostoppisti, farli scendere, essere rapinati, ricevere regali. Potete investire qualcuno o qualcosa, salvare qualcuno o qualcosa, dimenticare qualcuno o qualcosa, ricordare qualcuno o qualcosa. Diventerà il VOSTRO percorso, e, per quanto sarete trascinati dalla vostra macchina a trazione integrale da una partenza a un'arrivo comuni a tutti, potrete comunque segnare con le vostre gomme un cammino unico, complesso, irripetibile.
Era solo per dire che non ci sto capendo più un cazzo.
Ho parlato con la mia ex. Ho fatto un tuffo in una telenovelas. Se metti una persona in una stanza si annoia, se ne metti due si inventano la coppia e le liti, se ne metti tre prima o poi uno si trova ad avere le corna, se ne metti quattro riusciranno, contro tutte le regole permutative, a ritrovarsi tutti e quattro cornuti. Adesso, tecnicamente non ho mai avuto le corna, ne mai le ho messe, ma, cacchio, mi sento tanto in onda su Rete Quattro! Se guardo oltre la mia vita, ora, vedo una massaia che mi guarda stirando e aspettando la prossima puntata.
Ad avercelo, il copione. Tra l'altro, qui le puntate potrebbero finire da una settimana all'altra. Questa é una serie pilota.
Sfogato, più o meno.
Questa sera si recita a soggetto. Come tutte le sere, hai un canovaccio e cerchi di cavarne qualcosa di bello, o, quantomeno, qualcosa di rappresentabile. Mi ritrovo spesso senza parole, saltando con cautela tra un avverbio e un complemento oggetto, posando con attenzione i piedi sui punti ed evitando le virgole, che sono notoriamente scivolose. Riesco ad esprimere a parole un decimo del decimo di quello che vorrei dire. Però riesco a dire dieci volte tanto quello che non dovrei (o vorrei) dire.
Con le parole faccio casini assurdi. Se a ciò aggiungi il fatto che riuscirei ad essere insicuro anche sulla mia insicurezza...
Risultato: l'eruzione del Krakatoa ha fatto meno danni di quanti ne ho fatti io nelle ultime due settimane.
Ricapitolando: va tutto per il meglio.
Allora, cominciamo con i fatti:
Ho visto un casa, forse la compro. Mutuo e tutto. Ma non voglio che i miei mi facciano da garanti. Se prendo la caramella sbagliata si ritroverebbero nei guai.
Bella, settantacinque metri di cui una trentina soppalcabili. Monolocale con grottino, costo relativamente basso. Un piccolo sogno.
Poi.
Continuo ad avere un bel rapporto con una mia amica. Mi sta vicino e io cerco di starle vicino come meglio posso. Mi chiede spesso scusa per delle inezie. Grrr! Scusa tu, piuttosto, se capiti da queste parti. Sono riuscito a beccare anche te con i lapilli. Quando é saltato il tappo della mia vita è volato in aria di tutto. Sta colpendo tante, troppe persone. Se davvero morendo si rivede la propria vita dovrò fare, prima o poi, il conto dei morti e dei feriti che ho lasciato lungo il mio cammino. Ho un sorriso affilato, sto scoprendo mio malgrado, e temo di avere degli scorpioni nella zuccheriera. Non accettate caramelle da chi conoscete, bambini.
Due: ho conosciuto "Libra", al centro, oggi. No, non é una costellazione. É una ragazza messicana, e non si chiama così. Il suo nome comincia per C e non vi dico come finisce, ma é della bilancia, perciò la voglio "mascherare" così. Studia, Erasmus. Ci esco Mercoledì.
Tre: "Libra" mi interessa.
Quattro: revisione delle fotografie, tutto bene.
Cinque: questo da un diario sta diventando un inquietante incrocio tra un libro di barzellette per esistenzialisti e un ricettario per psichiatri. Vorrei fermarmi ma no sò se posso, per la paura che mi hanno messo addosso ( The Tommyknockers, Stephen King).
Comunque vado a letto curioso di sapere come sarà domani. Da emerito imbecille spero ancora di recuperare parte delle mie facoltà mentali. L'ultima lastra al mio cranio é ancora in studio alla facoltà di Astrofisica perché risulta il punto più vuoto dell'universo.
Va bene, scusate, vado a dormire. Vi lascio piangere in pace, ora. Scusate ancora.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home