lunedì, settembre 20, 2004

1 di 1000

1 di 1000

Musica: Porcupine Tree, Signify, traccia 12, non mi ricordo il titolo.

Immagine: il mio letto di notte, blu, lo schermo illuminato del mio palmare, un'orologio a cipolla rotto sul comodino, le Mille vicino a me. È l'una e mezza di notte.

È andata, ho preso la prima.

Questa scorsa settimana di preparativi é stata strana. Terrore e aspettativa. Ho cominciato a sentire l'effetto Giovedì, quando tutto era ormai disposto. La decisione, per giusta o sbagliata che sia, é stata presa, e, se mi conosco un pò, non tornerò indietro. Non si riesce a capirne i risvolti, o così é successo a me, finchè non vedi la cosa finita. Giovedì notte erano pronte, tutte e mille, zucchero, nient'altro, tranne una. Allora la realtà della cosa mi é piombata addosso. Ho tremato, volevo gettarle, ho pianto, ho tenuto duro. Ora ho preso la prima caramella, era normale evidentemente ma la suggestione mi ha fatto passare cinque minuti molto brutti. L'ho rimpiazzata con una nuova. Certo sarebbe stato strano se mi fosse capitata proprio alla prima, ironico, crudele, inutile. No, inutile no, Venerdì e Sabato sono stati giorni eccezionali. Ormai ero entrato nell'ottica e ho vissuto ogni momento come amplificato a dismisura. Ho cominciato a uscire alle sei dall'ufficio, il mio capo non sa perché, sa solo che spengo il computer alle sei in punto da Martedì. Pensasse quello che vuole, certo questa cosa non posso dirgliela. Ho sentito una scuola di fotografia, vogliono delle mie foto per valutare il mio livello e assegnarmi a un corso. Poi Venerdì sono uscito con dei miei amici, nulla di speciale, ma ogni singola cosa sembrava migliore e peggiore allo stesso tempo. Anche la birra annacquata. Ti é mai capitato di sbucciarti un gomito? Hai presente l'aria che senti sulla ferita aperta, come sembra più fresca? Piacere e dolore assieme, no, niente sadomasochismo, non mi ferivo, da piccolo, per sentire il venticello, l'ho solo notato.

Lunedì scorso mi é arrivata la cosa e sono andato a comperare le caramelle, quelle di zucchero a pallina, bianche. Le ho comprate tutte, la commessa del negozio mi guardava come se fossi pazzo. Sweet sweet way, cinecittà due. Le ho detto che faccio l'animatore per feste di bambini e mi servivano per un gioco. Mi ha sorriso, era dolce anche lei. Mi aspettavo di vederle pendere dalla camicetta il cartellino con il prezzo. Mi é venuto da ridere e da piangere assieme. Poi sono tornato a casa, i miei non c'erano, ho preparato le Mille e le ho nascoste. Me ne sono rimaste almeno duecento. Anche a essere ottimisti non credo le userò tutte.
Questo Sabato: giro in centro a fare foto. Ho fatto quaranta foto, di cui due decenti. Ho conosciuto tre persone. Due ragazze: Lola, messicana, viaggia sola, sarebbe partita la sera per Milano, bellissimi occhi, buona foto. Studia psicologia, dolce e interessante. Poi Sara, di Trento, biondina, piercing al labbro, non ti guarda negli occhi. Timida, niente foto. Incredibile come una persona tanto timida riesca ad andare in giro con naturalezza portando uno spike viola da un centimetro sotto la bocca. Poi John Doe (non so il nome), un vagabondo romano, sessant'anni circa, capelli radi bianchi, magro. Parla strano, si ferma spesso. Da giovane lavorava alle ferrovie, é stato anche sull'Orient Express, dice. Non so, gli credo. Il buono della mia situazione attuale é che ha slegato le briglie di sensazioni e sentimenti. Sono sempre stato un buon osservatore, ma Sabato mi sembrava di vedere attraverso le cose, fino al loro interno, anche alle persone. Per esempio, é una mia supposizione ma credo sia giusta, penso che John Doe abbia mollato tutto perché gli é morto un figlio. Chissà.

Sono contento di essere ancora vivo, e sono contento di essere più vivo.

Oggi, Domenica, pranzo a casa, poi in giro e al mare con la mia ex, siamo rimasti amici. Abbiamo visto gli squaletti in un grosso negozio di acquari, a lei piacciono. Buona giornata. Mi veniva da dirle del progetto ma non voglio si faccia paranoie tipo "l'ha fatto per colpa mia". Lei é stata la causa scatenante che, dopo un processo interno durato un anno, mi ha portato a diventare ciò che sono ora, ma non é l'unico motivo.

Domani, Lunedì, dall'ufficio, pubblicherò tutto questo scritto sul blog. Perchè un blog? Perchè voglio dire queste cose a qualcuno, a un'estraneo ( o estranea ) come te. Non posso dirle a chi mi é vicino. Le pubblicherò ogni Lunedì, finchè durerà.

Un'ultima cosa: ho voglia di fare l'amore.