lunedì, settembre 27, 2004

2 di 1000

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Musica: silenzio, una macchina che passa.

Immagine: sera, palmare, la borsa della macchina fotografica, le Mille, una é caduta in terra, buffo se fosse l'unica. La rimetto dentro.

Ho preso la seconda, la paranoia é stata meno forte della scorsa Domenica.

Lunedì scorso sono uscito, sono andato al mio pub/circolo preferito. Non ci andavo da prima delle vacanze. Solite facce, soliti volti, solita musica. Due rum, un bicchiere di vino rosso. Mi sono messo a giocare a Backgammon con Letizia. Non ho capito molto del gioco. Ero un pò brillo. Mi rilassa quel posto, mi ci sento bene dentro, come un vecchio vestito che abbia preso la forma del tuo corpo. Ho fatto le due, di riffa e di raffa. La consapevolezza che poteva essere l'ultima volta mi ha fatto assaporare quel Nero d'Avola come mai prima. Un buon vino, per chi non lo conosce, rosso, secco, asprigno, forte.
PS: non sono un'intenditore di vini, so solo che mi piace :)

Martedì, stato a casa, chiacchierato con i miei e con mia nonna, che si sentiva poco bene. Ha dolore a una gamba, e prende delle pasticche che poi le fanno venire la nausea. Bene, ho la nonna gravida. Uaaaa.

Mercoledì, palestra e poi fuori. Ho ricominciato body-building. Ironico, no? Sono uscito con due ragazze che ho conosciuto a Barcellona, tipe interessanti, soprattutto una. Ne ho un pò paura, ma penso che anche loro ne avrebbero se sapessero delle Mille. Una delle due, S. (avete mai notato come in certi romanzi i nomi sono dati solo per iniziali?), é molto dolce, magrissima ma, per me, molto bella. Ha un sorriso da gioconda, e inclina la testa, a volte, e i capelli, lunghi e ricci, le coprono metà viso. A Barcellona ci ho passato belle serate, e una meno bella. Ho sentito i suoi capelli sul mio viso e il bacio sulla guancia più, come dire, carico, che abbia mai ricevuto. Mi ricordo più quello che quello sulle labbra, non so perchè. A Roma siamo stati a San Lorenzo ma era con le amiche, C. e G., che conosce dalle superiori, e io ero un pò tagliato fuori. Bella serata comunque, forse perchè sento ogni emozione amplificata, ormai.

Ho 25 anni. Non so per quale motivo ho voluto dirlo, ma é così. No, non é il mio compleanno, sono di Febbraio.

Giovedì, ho pensato di lasciare il mio lavoro. Sono un dipendente a tempo indeterminato, merce rara, ma forse sarebbe meglio andarsene. Motivi: tendenza all'aborto progettuale, voglia di cambiare aria e/o vita, impossibilità, da parte mia, di garantire una continuità della mia presenza fisica ( ovvero, potrei schiattare da una settimana all'altra e lasciarli in brache di tela ).
Questi blog sono eccezionali. Posso dire quello che voglio. Se mi stai leggendo probabilmente non ti conosco. Se non ci sono altri 'post' dopo questo probabilmente non avremo nemmeno la possibilità di conoscerci. Spero che tu sia felice. Che tu ci creda oppure no io lo sono. Mi sveglio ogni mattina assaporando ogni momento. Ogni respiro é qualcosa di unico, irripetibile. Pensa, questi secondi che stai impiegando a leggere queste parole non li riavrai più. Goditeli, senza dover arrivare a quello che sto facendo io. Vivili.

Okkey, mi stavo facendo troppo serio. Sai qual'é l'unico sport che allena la mente? Sollevamento tesi.

Bene, se stai leggendo questa frase non sei morto/a per la battuta di prima e hai più fegato di quanto pensi. Ti piace il calcio?

A me no. Un'italiano a cui non piace il calcio?!? No, aspetta a chiamare la Neuro, i Mondiali li vedo. Ma non capisco tutto 'sto casino per undici tipi che corrono dietro a una palla. Soprattutto non capisco i miliardi. Potrei capire se corressero dietro a una mina innescata...
Venerdì palestra e ghiresca dormita.

Sabato... durante il giorno giro romano, stavolta senza foto ( ho capito che é il mio hobby ma non posso vivere permanentemente con una Canon e tre obiettivi a tracolla ).

lunedì, settembre 20, 2004

1 di 1000

1 di 1000

Musica: Porcupine Tree, Signify, traccia 12, non mi ricordo il titolo.

Immagine: il mio letto di notte, blu, lo schermo illuminato del mio palmare, un'orologio a cipolla rotto sul comodino, le Mille vicino a me. È l'una e mezza di notte.

È andata, ho preso la prima.

Questa scorsa settimana di preparativi é stata strana. Terrore e aspettativa. Ho cominciato a sentire l'effetto Giovedì, quando tutto era ormai disposto. La decisione, per giusta o sbagliata che sia, é stata presa, e, se mi conosco un pò, non tornerò indietro. Non si riesce a capirne i risvolti, o così é successo a me, finchè non vedi la cosa finita. Giovedì notte erano pronte, tutte e mille, zucchero, nient'altro, tranne una. Allora la realtà della cosa mi é piombata addosso. Ho tremato, volevo gettarle, ho pianto, ho tenuto duro. Ora ho preso la prima caramella, era normale evidentemente ma la suggestione mi ha fatto passare cinque minuti molto brutti. L'ho rimpiazzata con una nuova. Certo sarebbe stato strano se mi fosse capitata proprio alla prima, ironico, crudele, inutile. No, inutile no, Venerdì e Sabato sono stati giorni eccezionali. Ormai ero entrato nell'ottica e ho vissuto ogni momento come amplificato a dismisura. Ho cominciato a uscire alle sei dall'ufficio, il mio capo non sa perché, sa solo che spengo il computer alle sei in punto da Martedì. Pensasse quello che vuole, certo questa cosa non posso dirgliela. Ho sentito una scuola di fotografia, vogliono delle mie foto per valutare il mio livello e assegnarmi a un corso. Poi Venerdì sono uscito con dei miei amici, nulla di speciale, ma ogni singola cosa sembrava migliore e peggiore allo stesso tempo. Anche la birra annacquata. Ti é mai capitato di sbucciarti un gomito? Hai presente l'aria che senti sulla ferita aperta, come sembra più fresca? Piacere e dolore assieme, no, niente sadomasochismo, non mi ferivo, da piccolo, per sentire il venticello, l'ho solo notato.

Lunedì scorso mi é arrivata la cosa e sono andato a comperare le caramelle, quelle di zucchero a pallina, bianche. Le ho comprate tutte, la commessa del negozio mi guardava come se fossi pazzo. Sweet sweet way, cinecittà due. Le ho detto che faccio l'animatore per feste di bambini e mi servivano per un gioco. Mi ha sorriso, era dolce anche lei. Mi aspettavo di vederle pendere dalla camicetta il cartellino con il prezzo. Mi é venuto da ridere e da piangere assieme. Poi sono tornato a casa, i miei non c'erano, ho preparato le Mille e le ho nascoste. Me ne sono rimaste almeno duecento. Anche a essere ottimisti non credo le userò tutte.
Questo Sabato: giro in centro a fare foto. Ho fatto quaranta foto, di cui due decenti. Ho conosciuto tre persone. Due ragazze: Lola, messicana, viaggia sola, sarebbe partita la sera per Milano, bellissimi occhi, buona foto. Studia psicologia, dolce e interessante. Poi Sara, di Trento, biondina, piercing al labbro, non ti guarda negli occhi. Timida, niente foto. Incredibile come una persona tanto timida riesca ad andare in giro con naturalezza portando uno spike viola da un centimetro sotto la bocca. Poi John Doe (non so il nome), un vagabondo romano, sessant'anni circa, capelli radi bianchi, magro. Parla strano, si ferma spesso. Da giovane lavorava alle ferrovie, é stato anche sull'Orient Express, dice. Non so, gli credo. Il buono della mia situazione attuale é che ha slegato le briglie di sensazioni e sentimenti. Sono sempre stato un buon osservatore, ma Sabato mi sembrava di vedere attraverso le cose, fino al loro interno, anche alle persone. Per esempio, é una mia supposizione ma credo sia giusta, penso che John Doe abbia mollato tutto perché gli é morto un figlio. Chissà.

Sono contento di essere ancora vivo, e sono contento di essere più vivo.

Oggi, Domenica, pranzo a casa, poi in giro e al mare con la mia ex, siamo rimasti amici. Abbiamo visto gli squaletti in un grosso negozio di acquari, a lei piacciono. Buona giornata. Mi veniva da dirle del progetto ma non voglio si faccia paranoie tipo "l'ha fatto per colpa mia". Lei é stata la causa scatenante che, dopo un processo interno durato un anno, mi ha portato a diventare ciò che sono ora, ma non é l'unico motivo.

Domani, Lunedì, dall'ufficio, pubblicherò tutto questo scritto sul blog. Perchè un blog? Perchè voglio dire queste cose a qualcuno, a un'estraneo ( o estranea ) come te. Non posso dirle a chi mi é vicino. Le pubblicherò ogni Lunedì, finchè durerà.

Un'ultima cosa: ho voglia di fare l'amore.

giovedì, settembre 16, 2004

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Si comincia oggi davvero.